10 NOVEMBRE
XXXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - GIOVEDÌ
SAN LEONE MAGNO (m)
Papa e Dottore della Chiesa
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo Cristo Signore,
fonte di ogni sapienza.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Frumento di Cristo noi siamo,
cresciuto nel sole di Dio,
nell'acqua del fonte impastati,
segnati dal crisma divino.
In pane trasformaci, o Padre,
per il sacramento di pace:
un Pane, uno Spirito, un Corpo,
la Chiesa una-santa, o Signore.
O Cristo, pastore glorioso,
a te la potenza e l'onore
col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
La tua destra, Signore,
e la luce del tuo volto
hanno salvato i nostri padri.
SALMO 43, 2-9 (I) Il popolo di Dio nella sventura
In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù
di colui che ci ha amati (Rm 8, 37).
Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, †
i nostri padri ci hanno raccontato
l'opera che hai compiuto ai loro giorni, *
nei tempi antichi.
Tu, per piantarli, con la tua mano
hai sradicato le genti, *
per far loro posto, hai distrutto i popoli.
Poiché non con la spada conquistarono la terra, *
né fu il loro braccio a salvarli;
ma il tuo braccio e la tua destra
e la luce del tuo volto, *
perché tu li amavi.
Sei tu il mio re, Dio mio, *
che decidi vittorie per Giacobbe.
Per te abbiamo respinto i nostri avversari, *
nel tuo nome abbiamo annientato
i nostri aggressori.
Infatti nel mio arco non ho confidato *
e non la mia spada mi ha salvato,
ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, *
hai confuso i nostri nemici.
In Dio ci gloriamo ogni giorno, *
celebrando senza fine il tuo nome.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
La tua destra, Signore,
e la luce del tuo volto
hanno salvato i nostri padri.
2^ Antifona
Il Signore non vi nasconde il suo volto,
se voi tornate a lui.
SALMO 43, 10-17 (II) Il popolo di Dio nella sventura
In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù
di colui che ci ha amati (Rm 8, 37).
Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, *
e più non esci con le nostre schiere.
Ci hai fatti fuggire di fronte agli avversari *
e i nostri nemici ci hanno spogliati.
Ci hai consegnato come pecore da macello, *
ci hai dispersi in mezzo alle nazioni.
Hai venduto il tuo popolo per niente, *
sul loro prezzo non hai guadagnato.
Ci hai resi ludibrio dei nostri vicini, *
scherno e obbrobrio a chi ci sta intorno.
Ci hai resi la favola dei popoli, *
su di noi le nazioni scuotono il capo.
L'infamia mi sta sempre davanti *
e la vergogna copre il mio volto
per la voce di chi insulta e bestemmia, *
davanti al nemico che brama vendetta.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Il Signore non vi nasconde il suo volto,
se voi tornate a lui.
3^ Antifona
Dèstati, Signore,
non respingerci per sempre.
SALMO 43, 18-27 (III) Il popolo di Dio nella sventura
In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù
di colui che ci ha amati (Rm 8, 37).
Tutto questo ci è accaduto †
e non ti avevamo dimenticato, *
non avevamo tradito la tua alleanza.
Non si era volto indietro il nostro cuore, *
i nostri passi non avevano lasciato il tuo sentiero;
ma tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli *
e ci hai avvolti di ombre tenebrose.
Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio *
e teso le mani verso un dio straniero,
forse che Dio non lo avrebbe scoperto, *
lui che conosce i segreti del cuore?
Per te ogni giorno siamo messi a morte, *
stimati come pecore da macello.
Svégliati, perché dormi, Signore? *
Dèstati, non ci respingere per sempre.
Perché nascondi il tuo volto, *
dimentichi la nostra miseria e oppressione?
Poiché siamo prostrati nella polvere, *
il nostro corpo è steso a terra.
Sorgi, vieni in nostro aiuto; *
salvaci per la tua misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Dèstati, Signore,
non respingerci per sempre.
Versetto
V. Irradia su di me la luce del tuo volto:
R. insegnami sapienza, o Signore.
Prima Lettura
Dal libro del profeta Daniele 9, 1-4a. 18-27
Preghiera e visione di Daniele
Nell'anno primo di Dario figlio di Serse, della progenie dei
Medi, il quale era stato costituito re sopra il regno dei
Caldei, nel primo anno del suo regno, io Daniele tentavo di
comprendere nei libri il numero degli anni di cui il Signore
aveva parlato al profeta Geremia e nei quali si dovevano
compiere le desolazioni di Gerusalemme, cioè settant'anni. Mi
rivolsi al Signore Dio per pregarlo e supplicarlo con il
digiuno, veste di sacco e cenere e feci la mia preghiera e la
mia confessione al Signore mio Dio: «Porgi l'orecchio, mio Dio,
e ascolta: apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni e la
città sulla quale è stato invocato il tuo nome! Non presentiamo
le nostre suppliche davanti a te, basate sulla nostra giustizia,
ma sulla tua grande misericordia.
Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, guarda e agisci
senza indugio, per amore di te stesso, mio Dio, poiché il tuo
nome è stato invocato sulla tua città e sul tuo popolo».
Mentre io stavo ancora parlando e pregavo e confessavo il mio
peccato e quello del mio popolo Israele e presentavo la supplica
al Signore Dio mio per il monte santo del mio Dio, mentre dunque
parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima in
visione, volò veloce verso di me: era l'ora dell'offerta della
sera.
Egli mi rivolse questo discorso: «Daniele, sono venuto per
istruirti e farti comprendere.
Fin dall'inizio delle tue suppliche è uscita una parola e io
sono venuto per annunziartela, poiché tu sei un uomo prediletto.
Ora stà attento alla parola e comprendi la visione:
Settanta settimane sono fissate
per il tuo popolo e per la tua santa città
per mettere fine all'empietà,
mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità,
portare una giustizia eterna,
suggellare visione e profezia
e ungere il Santo dei santi.
Sappi e intendi bene,
da quando uscì la parola
sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme
fino a un principe consacrato,
vi saranno sette settimane.
Durante sessantadue settimane
saranno restaurati, riedificati piazze e fossati,
e ciò in tempi angosciosi.
Dopo sessantadue settimane,
un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui;
il popolo di un principe che verrà
distruggerà la città e il santuario;
la sua fine sarà un'inondazione e, fino alla fine,
guerra e desolazioni decretate.
Egli stringerà una forte alleanza con molti
per una settimana e, nello spazio di metà settimana,
farà cessare il sacrificio e l'offerta;
sull'ala del tempio porrà l'abominio della desolazione
e ciò sarà sino alla fine,
fino al termine segnato sul devastatore».
Responsorio Cfr. Bar 2, 16; Dn 9, 18; Sal 79, 20
R. Guarda, Signore, dalla tua santa dimora e pensa a noi;
inclina il tuo orecchio e ascolta; * apri gli occhi e osserva la
nostra afflizione.
V. Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti, fa' splendere il tuo
volto e noi saremo salvi;
R. apri gli occhi e osserva la nostra afflizione.
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. 4,1-2; PL 54,148-149)
Il servizio specifico del nostro ministero
Tutta la Chiesa di Dio è ordinata in gradi gerarchici distinti,
in modo che l'intero sacro corpo sia formato da membra diverse.
Ma, come dice l'Apostolo, tutti noi siamo uno in Cristo (cfr.
Gal 3, 28). La divisione degli uffici non è tale da impedire che
ogni parte, per quanto piccola, sia collegata con il capo. Per
l'unità della fede e del battesimo c'è dunque fra noi, o
carissimi, una comunione indissolubile sulla base di una comune
dignità. Lo afferma l'apostolo Pietro: «Anche voi venite
impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio
spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici
spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo» (1 Pt 2,
5), e più avanti: «Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio
regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato» (1
Pt 2, 9).
Tutti quelli che sono rinati in Cristo conseguono dignità regale
per il segno della croce. Con l'unzione dello Spirito Santo poi
sono consacrati sacerdoti. Non c'è quindi solo quel servizio
specifico proprio del nostro ministero, perché tutti i cristiani
sono rivestiti di un carisma spirituale e soprannaturale, che li
rende partecipi della stirpe regale e dell'ufficio sacerdotale.
Non è forse funzione regale il fatto che un'anima, sottomessa a
Dio, governi il suo corpo? Non è forse funzione sacerdotale
consacrare al Signore una coscienza pura e offrirgli sull'altare
del cuore i sacrifici immacolati del nostro culto? Per grazia di
Dio queste funzioni sono comuni a tutti. Ma da parte vostra è
cosa santa e lodevole che vi rallegriate per il giorno della
nostra elezione come di un vostro onore personale. Così tutto il
corpo della Chiesa riconosce che il carattere sacro della
dignità pontificia è unico. Mediante l'unzione santificatrice,
esso rifluisce certamente con maggiore abbondanza nei gradi più
alti della gerarchia, ma discende anche in considerevole misura
in quelli più bassi,
La comunione di tutti con questa nostra Sede è, quindi, o
carissimi, il grande motivo della letizia. Ma gioia più genuina
e più alta sarà per noi se non vi fermerete a considerare la
nostra povera persona, ma piuttosto la gloria del beato Pietro
apostolo.
Si celebri dunque in questo giorno venerando soprattutto colui
che si trovò vicino alla sorgente stessa dei carismi e da essa
ne fu riempito e come sommerso. Ecco perché molte prerogative
erano esclusive della sua persona e, d'altro canto, niente è
stato trasmesso ai successori che non si trovasse già in lui.
Allora il Verbo fatto uomo abitava già in mezzo a noi. Cristo
aveva già dato tutto se stesso per la redenzione del genere
umano.
Responsorio Cfr. Mt 16,18; Sal 47,9
R. Gesù disse a Simone: Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia Chiesa; * le potenze degli inferi non la
vinceranno,
V. Dio la rende stabile per sempre:
R. le potenze degli inferi non la vinceranno.
Orazione
O Dio, che non permetti alle potenze del male di prevalere
contro la tua Chiesa, fondata sulla roccia di Pietro, per
l'intercessione del papa san Leone Magno fa' che resti salda
nella tua verità e proceda sicura nella pace. Per il nostro
Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio. |