17 OTTOBRE
XXIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - LUNEDÌ
SANT'IGNAZIO DI ANTIOCHIA (m)
Vescovo e Martire
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Venite, adoriamo il re dei martiri,
Cristo Signore.
SALMO 94 Invito a lodare Dio
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.
1^ Antifona
Salvami, Signore,
per la tua misericordia.
SALMO 6 L'uomo nella prova implora la misericordia di Dio.
Ora l’anima mia è turbata … Padre, salvami da quest’ora (Gv 12,
27).
Signore, non punirmi nel tuo sdegno, *
non castigarmi nel tuo furore.
Pietà di me, Signore: vengo meno; *
risanami, Signore: tremano le mie ossa.
L'anima mia è tutta sconvolta, *
ma tu, Signore, fino a quando?
Volgiti, Signore, a liberarmi, *
salvami per la tua misericordia.
Nessuno tra i morti ti ricorda. *
Chi negli inferi canta le tue lodi?
Sono stremato dai lunghi lamenti, †
ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, *
irroro di lacrime il mio letto.
I miei occhi si consumano nel dolore, *
invecchio fra tanti miei oppressori.
Via da me voi tutti che fate il male, *
il Signore ascolta la voce del mio pianto.
Il Signore ascolta la mia supplica, *
il Signore accoglie la mia preghiera.
Arrossiscano e tremino i miei nemici, *
confusi, indietreggino all'istante.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Salvami, Signore,
per la tua misericordia.
2^ Antifona
Dio, rifugio del povero
nel tempo dell'angustia!
SALMO 9 A, 1-11 (I) Ringraziamento per la vittoria
E di nuovo verrà a giudicare i vivi e i morti.
Ti loderò, Signore, con tutto il cuore *
e annunzierò tutte le tue meraviglie.
Gioisco in te ed esulto, *
canto inni al tuo nome, o Altissimo.
Mentre i miei nemici retrocedono, *
davanti a te inciampano e periscono,
perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa; *
siedi in trono giudice giusto.
Hai minacciato le nazioni, †
hai sterminato l'empio, *
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico, *
è scomparso il ricordo
delle città che hai distrutte.
Ma il Signore sta assiso in eterno; *
erige per il giudizio il suo trono:
giudicherà il mondo con giustizia, *
con rettitudine deciderà le cause dei popoli.
Il Signore sarà un riparo per l'oppresso, *
in tempo di angoscia un rifugio sicuro.
Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, *
perché non abbandoni chi ti cerca, Signore.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
Dio, rifugio del povero
nel tempo dell'angustia!
3^ Antifona
Dirò le tue lodi, Signore,
nell'assemblea del tuo popolo.
SALMO 9 A, 12-21 (II) Ringraziamento per la vittoria
Cantate inni al Signore, che abita in Sion, *
narrate tra i popoli le sue opere.
Vindice del sangue, egli ricorda, *
non dimentica il grido degli afflitti.
Abbi pietà di me, Signore, †
vedi la mia miseria, opera dei miei nemici, *
tu che mi strappi dalle soglie della morte,
perché possa annunziare le tue lodi, †
esultare per la tua salvezza *
alle porte della città di Sion.
Sprofondano i popoli
nella fossa che hanno scavata, *
nella rete che hanno teso
si impiglia il loro piede.
Il Signore si è manifestato, ha fatto giustizia; *
l'empio è caduto nella rete,
opera delle sue mani.
Tornino gli empi negli inferi, *
tutti i popoli che dimenticano Dio.
Perché il povero non sarà dimenticato, *
la speranza degli afflitti non resterà delusa.
Sorgi, Signore, non prevalga l'uomo: *
davanti a te siano giudicate le genti.
Riempile di spavento, Signore, *
sappiano le genti che sono mortali.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Dirò le tue lodi, Signore,
nell'assemblea del tuo popolo.
Versetto
V. Fammi capire, e osserverò la tua legge,
R. la custodirò con tutto il cuore.
Prima Lettura
Dal libro di Ester 3, 1-13. 14-15
I Giudei sono in grave pericolo
In quei giorni il re Assuero promosse Aman figlio di Ammedata,
l'Agaghita, alla più alta dignità e pose il suo seggio al di
sopra di quelli di tutti i prìncipi che erano con lui. Tutti i
ministri del re, che stavano alla porta del re, piegavano il
ginocchio e si prostravano davanti ad Aman, perché così aveva
ordinato il re a suo riguardo. Ma Mardocheo non piegava il
ginocchio né si prostrava. I ministri del re che stavano alla
porta del re dissero a Mardocheo: «Perché trasgredisci l'ordine
del re?». Ma, sebbene glielo ripetessero tutti i giorni, egli
non dava loro ascolto. Allora quelli riferirono la cosa ad Aman,
per vedere se Mardocheo avrebbe insistito nel suo atteggiamento,
perché aveva detto loro che era un Giudeo. Aman vide che
Mardocheo non s'inginocchiava né si prostrava davanti a lui e ne
fu pieno d'ira; ma disdegnò di metter le mani addosso soltanto a
Mardocheo, poiché gli avevano detto a quale popolo Mardocheo
apparteneva. Egli si propose di distruggere il popolo di
Mardocheo, tutti i Giudei che si trovavano in tutto il regno d'Assuero.
Il primo mese, cioè il mese di Nisan, il decimosecondo anno del
re Assuero, si gettò il pur, cioè la sorte, alla presenza di
Aman, per la scelta del giorno e del mese. La sorte cadde sul
tredici del decimosecondo mese, chiamato Adar. Allora Aman disse
al re Assuero: «Vi è un popolo segregato e anche disseminato fra
i popoli di tutte le province del tuo regno, le cui leggi sono
diverse da quelle di ogni altro popolo e che non osserva le
leggi del re; non conviene quindi che il re lo tolleri. Se così
piace al re, si ordini che esso sia distrutto; io farò passare
diecimila talenti d'argento in mano agli amministratori del re,
perché siano versati nel tesoro reale». Allora il re si tolse
l'anello di mano e lo diede ad Aman, l'Agaghita, figlio di
Ammedata e nemico dei Giudei. Il re disse ad Aman: «Il denaro
sia per te: al popolo fa' pure quello che ti sembra bene». Il
tredici del primo mese furono chiamati i segretari del re e fu
scritto, seguendo in tutto gli ordini di Aman, ai satrapi del re
e ai governatori di ogni provincia secondo il loro modo di
scrivere e ad ogni popolo nella sua lingua. Lo scritto fu
redatto in nome del re Assuero e sigillato con il sigillo reale.
Questi documenti scritti furono spediti per mezzo di corrieri in
tutte le province del re, perché si distruggessero, si
uccidessero, si sterminassero tutti i Giudei, giovani e vecchi,
bambini e donne, in un medesimo giorno, il tredici del
decimosecondo mese, cioè il mese di Adar, e si saccheggiassero i
loro beni.
Una copia dell'editto, che doveva essere promulgato in ogni
provincia, fu resa nota a tutti i popoli, perché si tenessero
pronti per quel giorno. I corrieri partirono in tutta fretta per
ordine del re e il decreto fu promulgato subito nella cittadella
di Susa. Mentre il re e Aman stavano a gozzovigliare, la città
di Susa era costernata.
Responsorio Cfr. Est 4, 17b; Sal 43, 27; Est 4, 17h
R. Mio Signore, sovrano dell'universo, tutte le cose sono
sottoposte al tuo potere e nessuno può opporsi alla tua volontà:
* salvaci, per la tua misericordia.
V. Ascolta la mia preghiera: cambia il nostro lutto in gioia;
R. salvaci, per la tua misericordia.
Seconda Lettura
Dalla «Lettera ai Romani» di sant'Ignazio di Antiochia, vescovo
e martire
(Capp. 4, 1-2; 6, 1 - 8, 3; Funk, 1, 217-223)
Sono frumento di Dio: sarò macinato dai denti delle fiere
Scrivo a tutte le chiese, e a tutti annunzio che morrò
volentieri per Dio, se voi non me lo impedirete. Vi scongiuro,
non dimostratemi una benevolenza inopportuna. Lasciate che io
sia pasto delle belve, per mezzo delle quali mi sia dato di
raggiungere Dio. Sono frumento di Dio e sarò macinato dai denti
delle fiere per divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo
per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il
Signore.
A nulla mi gioveranno i godimenti del mondo né i regni di questa
terra. E' meglio per me morire per Gesù Cristo che estendere il
mio impero fino ai confini della terra. Io cerco colui che è
morto per noi, voglio colui che per noi è risorto. E' vicino il
momento della mia nascita.
Abbiate compassione di me, fratelli. Non impeditemi di vivere,
non vogliate che io muoia. Non abbandonate al mondo e alle
seduzioni della materia chi vuol essere di Dio. Lasciate che io
raggiunga la pura luce; giunto là, sarò veramente un uomo.
Lasciate che io imiti la passione del mio Dio. Se qualcuno lo ha
in sé, comprenda quello che io voglio e mi compatisca, pensando
all'angoscia che mi opprime.
Il principe di questo mondo vuole portarmi via e soffocare la
mia aspirazione verso Dio. Nessuno di voi gli dia mano; state
piuttosto dalla mia parte, cioè da quella di Dio. Non siate di
quelli che professano Gesù Cristo e ancora amano il mondo. Non
trovino posto in voi sentimenti meno buoni. Anche se vi
supplicassi, quando sarà tra voi, non datemi ascolto: credete
piuttosto a quanto vi scrivo ora nel pieno possesso della mia
vita. Vi scrivo che desidero morire.
Ogni mio desiderio terreno è crocifisso e non c'è più in me
nessun'aspirazione per le realtà materiali, ma un'acqua viva
mormora dentro di me e mi dice: «Vieni al Padre». Non mi diletto
più di un cibo corruttibile, né dei piaceri di questa vita.
Voglio il pane di Dio, che è la carne di Gesù Cristo, della
stirpe di David; voglio per bevanda il suo sangue che è la
carità incorruttibile.
Non voglio più vivere la vita di quaggiù. E il mio desiderio si
realizzerà, se voi lo vorrete. Vogliatelo, vi prego, per trovare
anche voi benevolenza. Ve lo domando con poche parole:
credetemi. Gesù Cristo vi farà comprendere che dico il vero:
egli è la bocca verace per mezzo della quale il Padre ha parlato
in verità. Chiedete per me che io possa raggiungerlo. Non vi
scrivo secondo la carne, ma secondo il pensiero di Dio. Se
subirò il martirio, ciò significherà che mi avete voluto bene.
Se sarò rimesso in libertà, sarà segno che mi avete odiato.
Responsorio
R. Nulla è nascosto al vostro spirito, se possedete pienamente
la fede e la carità di Cristo. * La fede è il principio, la
carità è il compimento.
V. Con l'umiltà e la mitezza del Vangelo rigeneratevi nella
fede, carne del Signore, e nella carità, sangue di Gesù Cristo.
R. La fede è il principio, la carità è il compimento.
Orazione
O Dio onnipotente ed eterno, che nel sacrificio dei martiri
edifichi la tua Chiesa, mistico corpo del Cristo, fa' che la
gloriosa passione che meritò a sant'Ignazio una corona
immortale, ci renda sempre forti nella fede. Per il nostro
Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio. |